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Cosa si intende per efficientamento energetico o riqualificazione energetica?

Per efficientamento energetico, o riqualificazione energetica, ci si riferisce ad un insieme di interventi realizzati su edifici pubblici e privati, complessi aziendali e commerciali, volti ad ottimizzare il rapporto tra fabbisogno energetico e livello di emissioni.

La corsa alla transizione energetica ha fatto luce sulle emissioni e consumi di diversi settori, compreso quello edile, che è risultato essere fortemente emissivo. Dalle stime il 40% dei consumi energetici e il 36% delle emissioni di CO2 deriva proprio dagli edifici.

Questo è legato al fatto che nel nostro paese la maggior parte degli immobili sono stati costruiti prima degli anni ‘70, quando i concetti di economia sostenibile e risparmio energetico non erano ancora cosi comuni.

La riqualificazione energetica degli edifici esistenti permette di individuare e risolvere le criticità a carico degli immobili con il vantaggio di sfruttare le fonti energetiche nel migliore dei modi, senza ricadere in una riduzione delle prestazioni, ma consumando comunque meno energia.

Che differenza c’è tra risparmio energetico e efficientamento energetico?

Risparmio energetico ed efficientamento energetico non sono sinonimi ma concetti ben distinti.

Quando si parla di risparmio energetico si fa riferimento a una serie di interventi volti a ridurre i livelli di consumo, attuando il taglio degli sprechi e ottimizzando l’uso delle fonti di approvvigionamento e impiego di energia. Per fare un esempio, parliamo di risparmio energetico quando scagliamo di utilizzare gli elettrodomestici in determinate fasce orarie. Questi comportamenti non comportano un miglior utilizzo delle fonti, l’elemento prioritario è il risparmio.

L’efficientamento energetico, invece, comprende operazioni che selezionano e razionalizzano al meglio le risorse per trarne il massimo vantaggio. Nello specifico si tratta di essere in grado di scegliere la risorsa migliore in termini di rendimento, sfruttamento energetico ed economico, mantenendo alta la performance.

Le classi energetiche

L’efficienza energetica, come abbiamo detto, è un rapporto tra consumi e prestazioni e per questo può essere espressa in percentuali o con classi, identificando dei livelli di efficienza. Questo può essere fatto per un’attività produttiva, per un prodotto (pensiamo ad un elettrodomestico o un veicolo), per un edificio.

Le classi di efficienza sono indicate da una scala di lettere, dalla A (che indica la maggior efficienza) alla G (che indica la minor efficienza), che guidano i consumatori a prediligere l’acquisto di prodotti a basso consumo che possano ridurre l’impatto ambientale.

Per gli immobili la certificazione energetica è nota come “Attestato di prestazione energetica” (APE), un documento che attesta la classe, la prestazione e il consumo energetico annuo.

È stata introdotta dal Ministero dello Sviluppo Economico per monitorare lo stato di efficientamento energetico del paese, che si pone, come tutti gli Stati membri dell’Unione Europea, l’obiettivo di ridurre le emissioni dell’80-85% rispetto ai livelli di emissione del 1990.

In quest’ottica, tutti i nuovi edifici, inclusi quelli esistenti che dovranno subire una ristrutturazione importante, dovranno rispondere a criteri di efficientamento energetico ancora più precisi. Saranno edifici a energia quasi zero (NZEB), ovvero immobili ad altissima prestazione energetica, con fabbisogno energetico molto basso o prossimo allo zero.

Gli interventi di riqualificazione energetica

Gli interventi possono riguardare la componente edilizia o impiantistica. Parliamo ad esempio della coibentazione e interventi di isolamento termico con l’obiettivo di contenere le dispersioni, dell’installazione di impianti di produzione o consumo di fonti rinnovabili.

Integrare le due tipologie assicura la drastica riduzione del fabbisogno energetico, riducendo gli sprechi, abbattendo le emissioni e risparmiando in modo concreto ed economicamente tangibile.

Interventi di questo tipo garantiscono poi l’aumento del comfort abitativo, sia nel periodo invernale che nella stagione estiva, e l’aumento del valore patrimoniale dell’immobile sul mercato.

L’efficientamento energetico può riguardare, indistintamente, edifici o parti di esso di qualsiasi categoria catastale, compresi quelli rurali o strumentali per l’attività di imprese o professionali, a patto che risultino già dichiarati al casto o con una richiesta di accatastamento in corso, a partire dalla data che sancisce l’inizio dei lavori.